Fino a Qui Tutto Bene

Una mattina, questa mattina, mi son svegliato.

Fino a qui tutto bene.

Ed ho avuto una idea.

Ora le cose si mettono male, soprattutto per me. Perché sono l’esempio vivente del vorrei ma non posso, fidarmi di me.

Ad ogni modo ho deciso senza pensarci troppo che di lunedì, ed infatti oggi è martedì, vi racconterò la settimana MLB, o quello che mi interessa raccontarvi della settimana MLB.

Avendo preso una decisione senza senso e senza criterio non ho dato un nome a questo spazio, ci penserò in futuro. Nel frattempo vedremo se un futuro, per questa rubrica, ci sarà.

Il primo asteroide del 2022 era caduto nel Queens ancor prima che una singola palla fosse messa in gioco. Dopo un’offseason di colpi a sensazione, e la sensazione che finalmente si potesse competere per il titolo, era arrivato infatti l’infortunio di DeGrom a riportare tutto alla “normalità” in casa Mets. L’annuncio poi che sarebbe stato Tylor Megill ad aprire la stagione non aveva certo migliorato le cose. La realtà però, come spesso capita, ha superato la fantasia e allora non solo Megill non ha fatto minimamente rimpiangere il più forte lanciatore della lega ma i New York, dopo le prime 10 partite, comanda la NL East con un record di 7 vinte e 3 perse. La rotazione, numeri alla mano, è la migliore della lega degli ultimi 109 anni! Bassitt, tornato ai livelli pre palla in faccia, ha sfoderato due prestazioni monstre mentre Carrasco è parso dominante come mai nelle ultime stagioni. A preoccupare è il bullpen, parso fragilino, ma non è da escludere che in corso d’opera si provi a sistemare pure quello. Ed allora, nel momento in cui DeGrom dovesse rientrare, SANO, farei sinceramente fatica a trovare una ragione per non dare i ragazzi del Queens tra i favoriti per il titolo.

La domanda, prima della stagione, pareva legittima. Che impatto potrà avere Seiya Suzuki in MLB? Il giocatore, dopo essere stato tra i più contesi di questa tribolata offseason, aveva firmato, un po’ a sorpresa, per i Cubs, pronti a ricostruire dopo aver tradato qualsiasi cosa potesse riportare alla mente dei propri tifosi il titolo del 2016. La partenza dei Cubbies è stata buona, 6-4 il record. Quella di Suzuki fenomenale. L’esterno giapponese ha chiuso la sua prima settimana nello Show con il titolo di miglior giocatore della NL, numeri da videogame, e una serie aperta di 9 partite in cui è andato in base. Nessuno aveva iniziato così negli ultimi 100 anni di storia Cubs.

Abbiamo parlato, nella scorsa puntata di 108, della rivoluzione “silenziosa” che sta avvenendo in MLB. Mi riferisco ai prospetti ed alla velocità con cui, da questa stagione, li stiamo vedendo esordire nella Big League. Il nuovo CBA ha sicuramente influito con regole che permettono alle franchigie di “rischiare” di più. Dopodichè c’è il talento, e quello di questa nuova generazione di giocatori sembra essere devastante. Faccio due nomi, Hunter Green e Matt Brash, rispettivamente pitcher di Cincy e Seattle. Il primo godiamocelo finché dura. Il rischio che prima o poi insieme alla palla parta anche il braccio è tangibile. Le 39 FB sopra le 100 mph contro i Dodgers sono state qualcosa di irreale, oltre che un record. Il secondo non avrà la potenza di Green ma ha comunque mostrato di avere quello che serve per diventare un pezzo importante della rotazione dei Mariners fin da subito. Nella partita di sabato contro Houston, in particolare, ha lanciato 5 inning pazzeschi prima di venire toccato da Altuve e Brentley. Fino a quel momento aveva concesso ZERO valide e qualche base ball di troppo, neutralizzata però sempre dal doppio gioco successivo. All eyez on them!

Se i giovani avanzano i vecchi non stanno a guardare. La decisione di Dave Roberts, per quanto discutibile, non leva nulla alla prestazione di un immortale Clayton Kershaw, sceso al 7° con un perfect game ancora in corso. LA ha un attacco devastante ma potenzialmente qualche problema sul monte, vista la sospensione ancora in essere di Bauer, che bisognerà capire se e quando rientrerà e con quale maglia, e il recupero dalla TJ di May. Sapere che il buon vecchio Clayton può ancora essere questo lanciatore male non fa e per ora, nonostante la partenza falsa con i Rockies, Los Angeles è in testa alla division con un record di 8-2.

Rockies che, nel disinteresse generale, sono partiti a razzo. Ora non voglio girare il badile nella piaga dei miei compari di podcast ma, quando dicevo che questi erano meno peggio di quanto potesse sembrare, avevo OVVIAMENTE ragione. La stagione è iniziata solo da 10 partite, Colorado perderà e perderà tanto, anche perché la rotazione non sembra solidissima e Cron e Joe non continueranno a battere con queste medie, ma il titolo di peggior squadra della lega, almeno per il momento, è stato rispedito al mittente. Con buona pace del trio Perfetti-Mandoi-Cavatton

Alessandro Maestri è stato l’italiano più vicino a giocare nella Major League. La sua storia, se non la conoscete, è racchiusa nel bellissimo libro, Mi Chiamavano Maesutori, scritto dall’ex pitcher dei Cubs insieme a Elio ed uscito lo scorso Dicembre. Ho conosciuto Alessandro casualmente ad un torneo di softball in cui lui era lì con uno stand per promuovere il suo marchio di attrezzature da Baseball/Softball. Non lo avevo nemmeno riconosciuto facendo la solita figura del cazzo. Gli ho scritto ieri sera per fargli i complimenti perché, se ancora non lo sapeste, farà parte del coaching staff dei Pirates che sta lavorando a Bradenton, Florida, con i giovani pitcher del farm system di Pittsburgh. Un’esperienza breve, di tre settimane, che spero, come gli ho scritto, sia il primo passo di un nuovo e lungo percorso.

Voglio chiudere questo prima appuntamento con un nome: Roki Sasaki. Il Buon Nicolò Gatti, a 108 NPB, è tre anni che ci/vi fa due palle così con questo giovane talento. Settimana scorsa, all’età di 20 anni, Sasaki ha lanciato il primo perfect game della sua carriera. Basterebbe questo per celebrarlo. Il problema è che, mentre il buon Gatti San sbarcava in Giappone, Sasaki decideva di ripetersi. 8 inning perfetti, prima che il Dave Roberts del Sol Levante, con molte meno giustificazioni del suo collega Californiano, decidesse che non era cosa e lo facesse scendere dal monte. Indipendentemente da quello che ognuno di noi ha pensato in quel momento, e da come sarebbe finita, siamo stati testimoni dei 17 inning più incredibili della storia di questo meraviglioso gioco.

E Sasaki Roki promette di regalarcene molti altri.

We ara all witnesses!