1° base con Alex: Noah Syndergaard, il martello di Thor

Il look da vichingo è inconfondibile, il cognome mette il punto esclamativo, ma se pur la sua figura calzerebbe a pennello per una comparsa nella serie ‘Vikings’ al fianco di Bjorn Ironside in una delle cruente battaglie condotte dai grandi guerrieri norreni, lo sguardo sotto il cappello si addice meglio a ‘Il texano dagli occhi di ghiaccio’ di Clint Eastwood.

Si perché quegli occhi azzurri sotto l’ombra del cappello sono abbaglianti, ti bucano dal monte di lancio al solo osservare. I pensieri non traspaiono e al momento di sfoderare la revolver il colpo parte in men che non si dica ed il battitore resta freddato!

Noah Seth Syndergaard è stato un osservato speciale da parte mia fin dai primi minuti di gioco perché il ragazzone da Mansfield, Texas (da qui mi sovviene ‘Il texano dagli occhi di ghiacco’, anche perchè il padre era un contadino del sud) era un predestinato.

Nato il 29 agosto 1992 e cresciuto nella terra del football americano per eccellenza, stranamente il giovane Noah non mostra interesse per il più importante sport nazionale, né tanto meno per gli idoli di casa che vestono la stella blu dei Dallas Cowboys.
A Noah piace il baseball, e la sua grande passione sono i Texas Rangers; il padre Brad gli offre supporto, e lo allena spingendolo oltre. Il risultato è quello sognato perché dopo il college, Noah viene draftato dai Blue Jays di Toronto e scambiato coi Mets nell’affare che porta la stella di New York R.A. Dickey in Canada.
Gli input del genitore sono stati decisamente rilevanti e il giovane lanciatore non perde occasione per sottolinearne l’importanza.

Nella Big Apple Syndergaard completa un quartetto d’archi, anzi, di arcieri, che considero tra i più prestigiosi mai visti degli ultimi anni: nella rotazione dei Mets ci sono Matt Harvey ‘the dark knight’, Jacob deGrom, e Steven Matz.
Alle loro spalle la leggenda di Bartolone Colon lavora coi giovani per facilitare l’apprendimento, dici niente. I lanciatori dei Mets, anche per via dei nickname dati ad alcuni di loro, diventano i supereroi della scena newyorkese che come ben sappiamo ha sempre bisogno di nuovi paladini dai poteri innaturali.

Ovviamente i Mets di Terry Collins arrivano alle World Series del 2015 superando prima i Los Angeles Dodgers 3-2, e umiliando i Chicago Cubs con uno sweep che nella terra di Al Capone hanno vissuto in maniera infernale (ero lì e me lo ricordo molto bene).
L’anello sfuma contro i Kansas City Royals che si impongono 4-1 complice una serie disastrosa del closer di fiducia Mets Jeurys Familia che sbaglia tutto quello che si potrebbe sbagliare.

Da quel momento i Mets vanno in declino e la gestione Collins considerata troppo vecchia per dare prospettive verrà cambiata.

Syndergaard però diventa THOR, e quando ad una persona viene affiliato il nome di un dio, non serve aggiungere altro.
Il suo lancio è potente e preciso, scaglia palline da baseball proprio come il figlio di Odino tira martellate solenni.

Oggi Syndergaard compie gli anni ed il mio augurio più grande è quello di vedere il martello di Thor battere chiunque gli si presenti davanti perché uno così deve essere ricordato per sempre come un vincente!

@AlexCavatton sport addicted dal 1986
Amministratore di Chicago Bears Italia
Penna di Huddle Magazine dal 2018
Fondatore di 108 baseball su Cutting Edge Radio

Autore dei progetti editoriali:
"Chicago Sunday - 100 anni di Bears"
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