Fino a Qui Tutto Bene – Milestone

Gioco a softball da un annetto circa.

Chi ascolta il podcast lo sa bene (e si straccia i coglioni ogni volta che parliamo degli incredibili Bovisio Buffaloes)

All’inizio ti mettono esterno, un po’ come quando vuoi provare a giocare a football e ti mettono WR.

E’ la zona di campo in cui rischi di farti meno male e, tendenzialmente, dovresti essere meno dannoso. Fa nulla se pigliare una boccia al volo, che sia sferica o prolata, sia esercizio tutt’altro che banale.

Ad ogni modo, come in tutte le cose che faccio, se le faccio, ci metto tutto me stesso, tendo ad immedesimarmi completamente nel personaggio e divento rapidamente, nella mia testa, uno scienziato della materia. Quindi quando vedo Josh Naylor farsi superare da una linea di Ohtani, mi incazzo. E gli spiego cosa avrebbe dovuto fare dall’alto delle mia esperienza, nella convinzione che se invece che a 38 avessi iniziato ad 8, lì ci sarei io, mica lui.

So però essere anche umile e per dimostrarvelo voglio aprire questa settimana di Fino a Qui Tutto Bene con due prese che no, non sarei riuscito a farle manco per il cazzo (solo perchè gioco da poco, sia chiaro).

Dusty Baker è tornato due stagioni fa per prendere il timone di una nave che sembrava sul punto di affondare. Con la sua saggezza e l’immancabile stuzziacadenti ha sfiorato una rimonta impossibile con Tampa nel 2020 e riportato gli Astros alle World Series la scorsa stagione. Dopo un inizio di Aprile “preoccupante” Houston, con le city connection più spaziali della storia, sembra essersi rimessa in orbita, ed il buon Dusty ha così raggiunto l’incredibile traguardo delle 2000 W in carriera. Leggenda.

La famiglia Molina è sinonimo di Baseball. Il papà, seconda base, e poi i tre figli: Benji, Jose e Yadi. Tre meravigliosi catcher. Tutti e tre con un anello al dito. Settimana scorsa, Yadi, il più giovane, è diventato l’ottavo C nella storia della Major a raggiungere il traguardo di 2000 hit e 1000 RBI. Senza parole!

Come senza parole mi ha lasciato la prestazione di Shohei Ohtani contro Boston giovedì. Non che avessi bisogno di conferme. Ma la sfida contro i Red Sox a Fenway, quella che un tempo era stata la casa del Babe Ruth two-way player a cui il fenomeno del Sol Levante viene continuamente e giustamente accostato, era piuttosto affascinante. Il Samurai non ha deluso azzerando l’attacco dei Red Sox e aggiungendo alla prestazione sul monte un 2-4 in battuta con un RBI. The Finest performance since Babe Ruth himself.

https://twitter.com/CodifyBaseball/status/1522310503527161856?s=20&t=5OBOpoPCO2MTD0XAEkh7Uw

Giocare a baseball è un lavoro. Divertente. Ma pur sempre un lavoro. Ogni offseason vediamo la rincorsa al contrattone. Non si guarda in faccia a nessuno. Si va dove conviene e non sempre la parte “sportiva” del ragionamento è quella preponderante. E ci sta. Per la premessa di cui sopra. Poi c’è Jose Ramirez, uno che forse non vincerà mai nulla, nonostante sia uno giocatori più forti della MLB. Ma che ha fatto una scelta di vita e di cuore. Perché 50 mil in più, quando guadagni certe cifre, non cambiano nulla. Built different!

Chiudo con una veloce considerazione sugli Umpire che, come mi è capitato di scrivere su twitter, sembrano rincoglioniti tutti insieme, tutti nello stesso momento. Che ci sia un problema è piuttosto evidente, sicuramente ingigantito dalla quantità e velocità di “informazioni” a cui possiamo accedere. Che però questi, gli umpire, vengano giudicati con un “metro” diverso da quello che rappresenta la realtà, quella che vediamo coi nostri occhi ogni sera, è paradossale. C’è un problema. E non si risolve voltandosi dall’altra parte o facendo diventare i ball strike e viceversa. Questa cosa poteva funzionare quando il baseball, attraverso la radio, era una rivisitazione della realtà. Oggi è semplicemente ridicolo.

Ah già. Quasi mi dimenticavo.

Ronald is back! Anche quando cade!