Adam “Frisbee” Ottavino

The Curse of the Bambino, 86 anni d’astinenza ed una delle rivalità più sentite dello sport, quella con gli Yankees.

Da quell’infausto 1918 in cui Henry Frazee decise di condannare a vita una franchigia per finaziare i suoi spettacoli teatrali fino ai giorni nostri i rapporti tra Red Sox e Yankees sono sempre stati piuttosto tesi, tanto sul diamante quanto tra i front office. Dal 1969, data di nascita della divisional era, solo in 5 occasioni si sono mossi giocatori sull’asse Boston-NY e, fatta eccezione per Sparky Lyle che vincerà in pinstripe un Cy Young, in nessun caso queste trade si sono rivelate “decisive” per le sorti delle due squadre.

Sparky Lyle

La notizia di Ottavino dagli Yankees ai Red Sox, nonostante l’eccezionalità della avvenitmento, ha quindi scaldato il giusto. Stiamo pur sempre parlando di un rilievo di 35 anni che nell’ultima stagione ha mostrato, apparentemente, tutti i segni di usura possibili e che a Boston chiuderà con tutta probabilità la carriera cercando di dare un senso ad un bullpen, quello dei Red Sox, che dopo il titolo del 2018 è stato tra i peggiori della lega.

Nell’ultima stagione l’ex pinstripe, arrivato nel 2018 a NY dai Rockies, ha chiuso con una ERA di 5.98, una WHIP di 1.58 ed un HardHit% al 50.0 lanciando un totale di 18.1 riprese in 24 apparizioni. Un disastro in parte spiegato dal campione statistico ridotto e da 6 punti presi senza registrare un out in un indimenticabile, per i Blue Jays, inning a Settembre.

A peggiorare una situazione già di per sè complicata ci si è messa anche una difesa a tratti rivedibile e che non sempre è stata in grado di aiutare il rilievo, come ci confermano i dati relativi a xERA, xBA e xWOBA che sono in calo rispetto al passato ma meno spaventosi di quanto ci potremmo aspettare.

La stessa FIP, che ricordiamo è una ERA che elimina dall’equazione la difesa, si è attestata ad un accettabile 3.52, in media con il dato di 3,55 delle 10 stagioni nello Show, mentre il K/9 di 12.3 risultata essere la seconda miglior prestazione in carriera (lo strake rate è sceso dal 31% al 29%).

La ragione che ha portato Boone e gli Yankees a liberarsi del 35enne RHP va quindi cercata altrove e individuata nella certificata mancanza di fiducia da parte del coaching staff pinstripe nell’utilizzare il rilievo nei momenti clutch della stagione. Tanto nel 2019, quando Ottavino si era ben comportato, quanto nell’ultima campagna playoff, gli Yankees, nel momento del bisogno, hanno preferito guardare altrove. Inevitabile quindi non solo la scelta di scambiarlo, ma di rimmetterci pur di disfarsene. I Bombers hanno infatti  impacchettato insieme ad Ottavino anche German, 24° prospetto nel farm system degli Yankees, e 850.000 mila dollari pur di non vederlo più lanciare nel Bronx.

Se a NY in molti hanno festeggiato per la partenza di un giocatore che ha sottoperformato, per quelle che erano le aspettative, a Boston hanno ritenuto che i numeri (e la frisbee slider) fossero ancora dalla parte del rilievo destrorso.

Ottavino, che nella combo slider-sinker ha la sua ragione d’essere (usage del 90%), potrebbe prendere il posto del diversamente irresistibile Matt Barnes come closer dei Red Sox, ruolo che dopo la scelta di rinunciare a Kimbrel nell’offseason post titolo è stato uno degli enigmi irrisolti a Fenway. In carriera ha già ricoperto la posizione, 19 le salvezze per lui coi Rockies, anche se Bloom, dopo la sua acquisizione, si è affrettato a dichiarare che il prodotto di Northeastern University dovrebbe far parte di una late-inning strategy che lo porterebbe ad essere utilizzato come setup in caso di left-handed hitter ad aspettarlo nel 9°, con Hernandez o Taylor a chiudere, e come closer nella situazione contraria.

A prescindere da quelle che saranno le scelte di Cora sarà prima necessario capire cosa resta nel serbatoio di Ottavino. Una regressione, rispetto al ’19, seppur inferiore al percepito c’è stata. Adesso bisognerà vedere se è stata solo frutto del ridotto campione statistico e di alcune condizioni “sfavorevoli”. Boston, dal canto suo, non aveva nulla da perdere e giustamente, visto il disastro in uscita dal pen degli utlimi due anni, si è presa un rischio che poi rischio non è.

Velocità e spin rate di slider e la sinker viaggiano ancora a livelli paragonabili a quelle del 2019 mentre il movimento orizzontale della prima e verticale della seconda rientrano ancora nella nobità della lega. Le basi ball continueranno ad arrivare con frequenza maggiore di quello che ogni pitching staff vorrebbe, i problemi di command sono infatti uno dei talloni d’achille di Otto, ma sono la tassa da pagare per un lanciatore che se scende dalla parte giusta del letto può essere ancora dominante, anche a 35 anni.

Seppur inversamente proporzionale alla politica di rebuilding annunciata da Bloom, la trade che ha portato Ottavino non compromette il furuto di Boston e nella peggiore delle ipotesi si risolverà in un nulla di fatto. Se dovesse però funzionare, con il recupero di Rodriguez, la (ri)firma di Perez, il rientro di Sale (prima o poi) e tutte le acquisizioni di una offseason piuttosto movimentata, potrebbe portare quell’energia necessaria nei late inning venuta completamente a mancare negli ultimi due anni a Fenaway.

E poi, da tifoso Red sox, che ve lo dico a fare? Dovessimo per sbaglio arrivare ai playoff e buttare fuori gli Yankees grazie ad Ottavino… sarebbe un sogno e sognare non costa nulla.

Ma cosa dico?

Ci hanno pure pagato per farlo!