Le temperature si alzano lentamente. Le giornate si allungano. Gli alberi, spogli dall´inverno, iniziano a produrre i primi boccioli. Le chiazze di terra marrone nei parchi cominciano a prendere il colore verde.
La primavera sta arrivando e questo significa solo una cosa per gli appassionati dello sport del diamante: Baseball is back!
Iniziano a sentirsi i primi suoni prodotti dalle mazze e dalle palline nei guantoni, segno che lo Spring Training é iniziato e con lui anche la nuova stagione di baseball 2021.
Parecchia era l’attesa per questo nuovo campionato, forse perché quello passato é stato davvero troppo corto e la sensazione é che sia mancato qualcosa nel solito mix di emozioni che accompagna un tifoso di baseball da metá di febbraio all´inizio di novembre.
La stagione che verrá, tornerá ad essere “normale”. Le partite saranno 162, come da tradizione. Le squadre affronteranno un calendario regolare. Ci saranno dei campionati di leghe minori. Ci sará anche il College Baseball. Tutte cose messe da parte nel 2020 ma che adesso, con protocolli sanitari adeguati, torneranno ad essere parte fondamentale dell´annata 2021 nel mondo del baseball.
Il 2020 é stato un anno diffcile per tutti.
Abbiamo piú volte ripetuto come lo svolgimento ridotto dello scorso campionato abbia condizionato le prestazioni di diversi giocatori. Alcuni piú di altri, non sono riusciti ad entrare in ritmo, e quando sembrava arrivata la forma giusta, la Regular Season volgeva al termine.
In questo articolo cercheremo di analizzare alcuni profili di stelle che nel 2020 sono rimaste oscurate e che con la nuova stagione sperano di tornare a brillare come un tempo.
1B Josh Bell, Washington Nationals
Josh Bell é il roallercoaster player della MLB se ce n´é uno. Le sue prestazioni buone ad anni alterni sono la prova di questa affermazione. Il suo 2018 ed il suo 2020 sono state due annate piú che deludenti dal punto di vista delle prestazioni. Dall´altra parte, peró, un 2019 stellare lo ha messo sulla mappa della Lega, premiandolo con una convocazione all’ All-Star Game.
Qual’é quindi il vero Josh Bell?
Lo switch-hitter ventottenne ha piú volte dichiarato come la sua condizione mentale sia un elemento fondamentale per le sue prestazioni in campo e si potrebbe dire che il 2020 in una Pittsburgh senza aspirazioni lo abbiano condizionato nella regressione personale. Vero è che giá dalla seconda metá del 2019 i lanciatori avversari avevano iniziato ad affrontare Bell con un approccio diverso (piú lanci offspeed e fuori dalla zona), ma comunque il giocatore riuscí a concludere la stagione con 37 Home Run, 116 RBI oltre a finire nel top 5 percentile in exit velocity (92.4).
La break out season ha fatto ben sperare tutti, in primis Andrea Ghezzi, suo grande ammiratore. Eppure Bell ha deluso le attese, concludendo il 2020 con un totale di 8 HR, 22 RBI e solamente .226 di media battuta.
Se volessimo addentrarci un po´di piú nelle statistiche avanzate, la xwOBA (che nel 2019 era un ottimo .390) è arrivata ad un misero .289 nella scorsa annata.
Parte di questa regressione é dovuta alla caduta drastica nel Launch Angle.
Questo non é altro che l´angolo verticale con cui la pallina lascia la mazza di un battitore e, sostanzialmente, piú questo é alto, piú la pallina ha la possibilitá di lasciare lo stadio.
Josh Bell nel 2019 aveva una media di 12.9, dimezzatasi nel 2020 a 5.9.
Nella Offseason è arrivato il cambiamento che tutti i fan di Josh Bell aspettavano. Il prima base ha salutato i Pirates spostandosi qualche kilometro piú a sud, nella capitale di Washington. Il cambiamento di aria non puó che fare bene al giocatore, il quale, lo abbiamo detto anche in precedenza, ha bisogno di giocare con una condizione mentale libera. La presenza nel lineup di gente che in base va spesso (Juan Soto, Trea Turner su tutti) dará la possibilitá a Bell di produrre punti. I suoi allenatori hanno dichiarato di aver giá individuato su cosa debbano lavorare con lui in Spring Training per farlo tornare in carreggiata.
Quello che si nota dall’esterno é un leggero declino nella potenza. Si puó osservare infatti dalla lunghezza media di Home Run battuti (411 piedi nel 2019, 404 piedi nel 2020) e dalla percentuale di pull, passata da 42.8% a 38.6%.
La nota positiva é che, nonostante tutto, la sua ratio tra fly ball e Home Run é un buon 22%. Detto in parole povere: quando Josh Bell colpisce la pallina verso l´alto, spesso é sinonimo di punti battuti a casa.
Ci si aspetta da Josh Bell un cambio di rotta nella sua carriera con la maglia dei Nationals, perché nel suo prime e con quelle braccia questo é un giocatore da 30+ Home Run e 90+ RBI.
3B Eugenio Suarez, Cincinnati Reds
Una delle piú grandi delusioni del 2020 é stata Eugenio Suarez. Eugenio arrivava da un 2018 ed un 2019 dove aveva mostrato miglioramenti di stagione in stagione. Nel 2020, peró, la produzione ha subito un calo drastico.
Il venezuelano ha concluso l’anno con una statline di 202./.312/.470 collezionando 15 Home Run e 38 RBI. Numeri tutto sommato discreti, ma gonfiati da una seconda parte di stagione positiva dopo una prima tranche piú che mediocre.
Il giocatore ha sofferto molto la stagione corta e, come dicevamo ad inizio articolo, non é riuscito ad entrare in ritmo partita in tempo.
Lo scarso apporto offensivo di Eugenio e del resto della squadra ha portato Cincinnati ad arrivare ai Playoff per il rotto della cuffia. L´uscita nella Wild Card Series senza riuscire a segnare nemmeno un punto ad Atlanta é stato lo specchio della stagione di Cincinnati.
Eppure, nonostatnte tutto, le statistiche di Eugenio non mostrano un’ enorme regressione come invece ci si aspetterebbe leggendo quella statline. Dimostrazione del fatto che un suo ritorno sulla scena dei migliori battitori della National League é plausibile nel 2021.
Innanzitutto si puó notare come la percentuale di Barrel e la Exit Velociy siano rimaste sulla stessa linea d’onda del 2019. Anche il Launch Angle é in tendenza con la stagione precedente e questo ha portato il terza base ad aumentare la sua percentuale di Fly Ball negli ultimi tre anni (da 37.1% nel 2018, 42.3% nel 2019 e 47% nel 2020) che associata ad una FB/HR ratio di 24.2% si puó tradurre con una buona quantitá di palline che lasciano lo stadio.
Un altro numero che salta all´occhio in questo schema é il suo miglioramento nell’andare in base con una base ball. La percentuale di Walk é infatti passata dal 10.6% del 2019 al 13% della scorsa stagione.
Il vero problema di Eugenio nel 2020 e su cui dovrá lavorare per tornare ad essere il battitore da 40+ Home Run che conosciamo, sono le fastball.
In carriera Suarez si é distino per saper battere le veloci fuori dallo stadio, cosa che é andata in contro tendenza nel 2020.
Contro questo lancio il terza base ha battuto un misero .226, contro il .313 dell’annata precedente, la media Slugging è scesa dal .663 al .516, mentre i giri a vuoto sulle veloci avversarie sono aumentati (Whiff % di 24.4% nel 2020)
In conclusione, i numeri negativi del 2020 di Eugenio Suarez, potrebbero essere frutto di una stagione “asteriscata”, in quanto nelle statistiche avanzate ha comunque mostrato di essere in linea con le prestazioni degli anni passati.
E’ perciò lecito pensare ad un suo rebound nel 2021, o almeno questo é ció che sperano i Cincinnati Reds.
3B Kris Bryant, Chicago Cubs
Nel caso di Kris Bryant, sono consapevole di andare contro tendenza rispetto a quello che sostiene molta gente.
Le ultime stagioni dell´ex MVP della National League stanno prendendo decisamente una parabola discendente. Eppure le qualitá mostrate dal prodotto di San Diego nei suoi primi due anni nelle Major League sono troppo importanti per venire dimenticate cosí.
Nel 2015 Bryant riceve il premio di Rookie of the Year della National League facendo ben sperare i tifosi dei Cubs i quali, l’anno successivo, vedono realizzarsi la chimera World Series con Kris a ricevere gli onori di MVP della stagione.
Da quel momento un lento declino che, di stagione in stagione, lo ha visto tornare sempre di piú sulla terra, fino al 2020 dove è sprofondato nei bassifondi della Lega in tutte le statistiche.
C´é da dire che Exit Velocity, Hard Hit % e Barrel % non sono mai stati il punto forte di Kris Bryant, il quale ha peró sempre prodotto un ottimo Launch Angle, mai sceso sotto il 17.2 nelle sue cinque stagioni in MLB.
Bryant, quindi, vive e muore di contatto ed inclinazione, oltre che di un’ ottima capacitá di guadagnare basi su ball. La sua On Base Percentage é sempre stata elite nella lega, seguita da una buona lettura nel correre sulle basi.
Il contatto con la pallina generato dal terza base é rimasto sui livelli molto buoni delle annate precedenti tranne che per i lanci fuori dalla zona di strike dove si è passato dal 60.3% nel 2019 al 53.2% nel 2020. Questo é risultato in un maggior numero di strike out.
Per quanto riguarda il contatto all´interno della zona di strike, invece, la percentuale si è attestata su un solido 84.1%.
Abbiamo capito quindi che il problema di Kris Bryant sta nell’incapacitá di generare potenza con la mazza. Per questo motivo David Ross ha deciso di impiegarlo come leadoff hitter nel 2020. Esperimento però fallito malamente, in quanto Bryant ha prodotto solamente 2 HR, 4 RBI ed una linea statistica di .177/.271/.323 in sedici partite nella posizione.
La pressione psicologica di essere il primo nell´ordine, sommata alle difficoltá avute dagli scarsi risultati, hanno prodotto poco e nulla per il giocatore che invece dovrebbe battere tra la terza e la quinta posizione.
Infine ci sono gli infortuni. Sono anni ormai che Kris Bryant si fa dei viaggi in IL per diversi problemi fisici ed il 2020 non ha fatto differenza.
Quello che mi fa pensare ad un possibile ritorno sulla scena dei migliori terza base della lega é che non puó ripetersi una stagione come quella del 2020. In primis dal punto di vista delle assenze per infortunio. Il ragazzo le ha avute davvero tutte, forse anche stressato dal suo andamento e da tutto lo scenario in cui si é vissuti.
In particolare gli infortuni al gomito (quest’anno) ed alla spalla (nelle stagioni precedenti) hanno inciso sul calo di potenza al piatto, quella stessa potenza che gli permise di totalizzare 39 HR nel 2016.
Se poi aggiungiamo il fatto che non solo Kris, ma anche Javier Baez ed Anthony Rizzo hanno avuto una stagione sotto tono, si puó dire che tutto l’ ambiente Cubs abbia passato un’annata da dimenticare.
Questa é l´ultima stagione del contratto che lega Kris Bryant ai Cubs, dopodiché sará free agent. Solo per questo motivo dovremmo aspettarci un ritorno in carreggiata da parte sua, perché se vuole strappare un buon contratto nel mercato deve dimostrare alla Lega di aver ancora del carburante in serbo. Gli stessi Cubs si aspettano un ritorno ai numeri delle stagioni precedenti, chissá, magari per scambiarlo per un pacchetto di prospetti che li possano portare ad un processo di transizione per tornare competitivi tra qualche anno.
Anche Bryant potrebbe giovare per un’eventuale trade. Sappiamo quanto a volte un cambio d’aria e di motivazioni possano portare giocatori che si stavano spegnendo a brillare di nuovo.
Twitter: @bappeo
Nato e cresciuto nella provincia di Milano, attualmente vive a Berlino in Germania. Appassionato fin da piccolo di sport di ogni genere.
Nella stagione 2004 inizia a seguire attivamente le Major League di Baseball. Coincidenza vuole che quell' anno i Boston Red Sox spezzarono un digiuno dalla vittoria durato 86 anni, diventando così la sua squadra del cuore.
Autore della parte sui "miracle Mets" del 1969 nel progetto editoriale "Winners Out - Sport e gloria della New York anni 70" a cura di Alex Cavatton.