La Stagione numero 150 di Major League Baseball si è conclusa e per le 30 Franchigie sparse per il Nord America è arrivato il momento di tirare le somme e guardare al prossimo anno con nuovi obiettivi e ambizioni.
Nelle prossime settimane cercheremo di analizzare quali possono essere gli orizzonti futuri per le squadre della Major League di Baseball basandosi sui risultati dell’anno appena terminato.
Questa settimana affronteremo una delle Division più antiche nella storia del baseball: la American League East.
Per la seconda volta in tre anni il cammino dei New York Yankees si interrompe durante l’ American League Championship Series e proprio come nel 2017 a rovinare i piani dei Pinstripes sono gli Houston Astros che vincono la serie per 4-2. Nonostante le 103 vittorie in regular season e il primato assoluto nella Division, New York vede sciupare i sogni di gloria e rimane ufficialmente per la decima stagione a secco, senza nemmeno la possibilità di arrivare a quel Fall Classic che il popolo del Bronx tanto ama.
I motivi possono essere molteplici ma quello che risalta maggiormente è il problema al lancio; il tanto desiderato partente non è arrivato alla trade deadline e Domingo German che si fa sospendere per violazione della politica anti-violenza della MLB ha completamente rovinato i piani a Boone che si trovò ad affrontare i Play Off con due starter e mezzo.
Arriva quindi una mini rivoluzione in casa Yankees e, dopo 9 stagioni, Larry Rothschild non sarà più il pitching coach della squadra. Al momento non si è ancora trovato un sostituto ma secondo Cashman sarà “un maniaco dell’ analisi dei dati”. Quello che è quasi certo, New York non passerà un’altra off-season senza fare un investimento importante, ecco allora che i nomi di Gerrit Cole, Stephen Strasburg, Zack Wheeler e Madison Bumgarner su tutti, tra la lista dei free agent fanno parecchia gola, per tentare l’assalto al titolo nella prossima stagione.
Con la riconferma del tanto temuto line up, una rotazione più solida, un bullpen quasi imbattibile (La conferma di Chapman, che ottiene l’ estensione e non esce dal contratto, è un bel colpo per i Bombers) e magari un Giancarlo Stanton sano, potrebbero riportare New York sul tetto del mondo.
Il rimpianto è parecchio in casa Yankees, ma mai quanto quello dei campioni uscenti Boston Red Sox. Si perchè ad un anno dalla vittoria della nona World Series nella storia della franchigia e dal record di 108 vittorie, la squadra di Alex Cora si è ritrovata fuori dai Play Off, concludendo la stagione a 84-78 ed esprimendo un gioco altalenante dalle prime partite fino a settembre. La situazione finanziaria è di quelle gravi, i quasi 70 M che si portano a casa Chris Sale (31), David Price (34) e Nathan Eovaldi (30) la prossima stagione sono un bel macigno che durante la stagione è crollato sulla testa di Dave Dombroski, licenziato nell’agosto di quest’anno. Charl Bloom, il trentaseienne che, per il momento, prende il posto al coordinamento delle operazioni, si troverà davanti a delle decisioni importanti da prendere. Il piano dei Red Sox sarà sicuramente evitare la Luxury Tax che ha portato parecchie multe negli ultimi anni, e allora uno tra JD Martinez (34, non uscirà dal contratto che prevede 62,5 M in tre anni) e Mookie Betts (che affronterà l’ arbitration) potrebbe lasciare il Fenway. La sensazione è che la bilancia tenda di più verso quest’ ultimo data l’età e il gioco più completo.
L’obiettivo della franchigia sarà anche ricostruire un sistema, quello dei Red Sox, che pecca di talento e che costringe quindi la società ad investire parecchio nei talenti già formati.
Il team sicuramente può dire la sua nella prossima stagione e la crescita di giocatori come Bogaerts, Devers, Benintendi (nonostante la sua stagione non sia stata stellare) ed Eduardo Rodriguez sono comunque dei segnali positivi. Il bullpen che si era dimostrato solido durante il 2018, quest’anno è stato il tallone d’Achille della squadra che ha visto prestazioni negative anche da parte della rotazione (spesso a corto di pedine).
Se i Red Sox hanno saltato la post-season del 2019, parte del merito è anche dei Tampa Bay Rays che a differenza dei rivali di Division, approdano alla Wild Card con il quinto payroll più basso della Lega. Una stagione straordinaria quella dei Rays (96-66) che si conclude con l’uscita nella Divisional Series contro i troppo più forti Houston Astros. Proprio un ex Astro è la star della squadra della Florida, Charlie Morton, che ha disputato una stagione pazzesca. Insieme a lui l’ex CY Young Award winner Blake Snell e il giovane Tyler Glasnow formano un punto di partenza importante per la riconferma e il miglioramento dei risultati nel 2020. Certo, essere una squadra con il budget ridotto in una division dove risiedono due delle prime tre potenze del baseball ad oggi, non deve essere facile. Il 2020 dei Rays però parte con buoni propositi; oltre ad un team ben costruito, il manager Kevin Cash si trova a disposizione un sistema ricco di talento. Assieme ai già esordienti Brendan McKay, Nate e Brandon Lowe, future star come il lanciatore Matthew Liberatore e l’interno Wander Franco si stanno facendo strada nelle Leghe Minori. La follia dei Mont’ Bay X-Rays sembra per il momento in situazione di stallo, bloccata dalla gelosia da parte dei, seppur non numerosissimi, fan della Baia. Vedremo anche questo progetto come si svilupperà nelle prossime stagioni il quale potrebbe cambiare, e non poco, le sorti della franchigia.
I due team rimanenti nella Division hanno adottato una linea verde che vede lo sviluppo dei giovani come punto centrale del progetto.
I Toronto Blue Jays (67-95) dei figli d’arte hanno portato all’esordio nelle Leghe Maggiori Vladimir Guerrero Jr. in terza base (prospetto dall’ hype altissimo), Cavan Biggio in seconda base e Bo Bichette nel ruolo di short stop. I tre giovani, ancora troppo acerbi per riuscire a dire la loro per una corsa Play Off nel 2019, hanno comunque dato lampi di grande baseball, mostrando al mondo quello che potrebbero diventare se dovessero rimanere tutti e tre nei Blue Jays. Anche l’annata di Lourdes Gurriel Jr. fa ben sperare per il futuro e lo scambio arrivato alla fine della trade deadline, quando il partente Stroman ha lasciato Toronto è il segnale di qual’ è la politica della franchigia. Charlie Montoyo, nonostante aver sfiorato le cento sconfitte alla sua prima stagione da manager, ha dato prova di saper gestire bene una squadra che ha parecchie lacune, lottando fino alla fine per migliorare il gioco e provare a vincere. Questo atteggiamento è piaciuto alla proprietà che lo conferma insieme a tutto il suo staff.
Nel frattempo altri prospetti tra le leghe minori stanno crescendo, in questo senso Jordan Groshans, Nate Pearson e Anthony Kay (arrivato proprio dalla trade per Stroman) potrebbero essere nomi di cui sentiremo parlare parecchio nei prossimi anni.
Chi di nomi intriganti ne ha di più nelle affiliazioni di Minor League che nell’ active roster sono i poveri Baltimore Orioles, che arrivano nel 2020 con il peggior record di tutta la Lega e per il terzo anno consecutivo rimangono sotto il .500 di percentuale vittorie. Motivi per guardare con positività al futuro a Baltimore però ce ne sono; questi portano i nomi di Ryan Mountcastle, Yusniel Diaz, Austin Hays, Michael Baumann ma soprattutto la prima scelta del Draft del 2019, il catcher Adley Rutschman che già si trova nei podi delle classifiche riguardanti i Top Prospetti nel mondo del baseball. Difficile credere che questi Orioles abbiano uno shot nella corsa al titolo (o quanto meno ai playoff) nella stagione che segue, anzi sarebbe folle inserirli in qualsiasi discorso di questo genere (anche se il baseball ci ha abituati a parecchie sorprese), per lo meno se il loro roster dovesse rimanere quello attuale.
Trey Mancini e Jonathan Villar, forse uniche note positive nella nebbia che da anni si è stanziata in quel di Baltimore, affronteranno l’ arbitration quest’inverno e non è detto che vadano a cercare fortuna altrove.
Si sta vivendo quindi una situazione di Anno Zero in Maryland dove la speranza di un futuro migliore è nelle mazze e nei guantoni dei “campioni del domani”.
Twitter: @bappeo
Nato e cresciuto nella provincia di Milano, attualmente vive a Berlino in Germania. Appassionato fin da piccolo di sport di ogni genere.
Nella stagione 2004 inizia a seguire attivamente le Major League di Baseball. Coincidenza vuole che quell' anno i Boston Red Sox spezzarono un digiuno dalla vittoria durato 86 anni, diventando così la sua squadra del cuore.
Autore della parte sui "miracle Mets" del 1969 nel progetto editoriale "Winners Out - Sport e gloria della New York anni 70" a cura di Alex Cavatton.