Il primo luglio è il giorno che gli appassionati di baseball chiamano il Bobby Bonilla Day, vi spieghiamo il perchè.
Bobby Bonilla è stato un buon giocatore che ha iniziato la sua carriera nel 1987 nei Pittsburgh Pirates come terza base, ma i troppi errori hanno fatto si che dopo due anni venisse spostato all’esterno destro. In quegli anni ai Pirates c’era anche un certo Barry Bonds e la squadra vinse tre titoli consecutivi della Eastern Division della National League.
Nel 1991 Bobby diventa free agent e passa ai New York Mets con un contratto di 5 anni, ma le statistiche non sono le stesse degli anni di Pittsburgh e così trasloca ai Baltimore Orioles con i quali partecipa alla finale della American League nel 1996. Nel 1997 si trasferisce in Florida ai Marlins dove vince la sua unica World Series in carriera per poi passare ai Dodgers e nel 1998 ritornare ai Mets. Nel 2000 spende una stagione ad Atlanta e nel 2001 si ritira come giocatore dei St. Louis Cardinals.
Torniamo all’ultimo contratto con i Mets. Quando la squadra di New York lo taglia gli deve ancora 5,9 milioni di dollari che il team fatica ad avere a causa di un investimento massiccio nel tristemente famoso schema Ponzi operato da Bernie Madoff. Dennis Gilbert, l’agente di Bobby, propone al club di differire il pagamento nel corso degli anni con un tasso di interesse dell’8% annuo. Al posto dei quasi sei milioni subito Bonilla accetta 1,1 milioni da pagarsi l’1 luglio di ogni anno dal 2011 al 2035 per un totale di quasi 30 milioni di dollari!
Bobby Bonilla non è l’unico giocatore a ricevere soldi anche a carriera finita, due esempi sono Bronson Arroyo che prende 1,3 milioni l’anno dai Reds fino al 20121 e Rafael Soriano che incassa dai Nationals 2 milioni l’anno fino al 2024, ma comunque nessuno arriva alla cifra finale del nostro Bobby.
Uno dei fondatori di The Cutting Edge con la fortuna di aver visto tre partite al Fenway Park e di aver capito per chi tifare prima che la maledizione del Bambino crollasse.